Disturbi della vista
La vista ci permette di distinguere i colori e le forme, di valutare le distanze, di riconoscere le persone che amiamo, di scoprire panorami che rimarranno nei nostri ricordi.
È così preziosa che dovremmo prendercene cura quotidianamente, invece come nella maggior parte delle situazioni, ci accorgiamo di lei quando qualcosa non funziona, quando abbiamo un problema di visione, un mal di testa, un rossore, un annebbiamento, un affaticamento o una sensibilità alla luce, dei flash luminosi che appaiono all’improvviso.
Potrebbe trattarsi di disturbi visivi causati da infiammazioni, difetti anatomici o patologie oppure da difetti visivi come miopia, astigmatismo, ipermetropia.
In quest’ultimo caso, si inizia a percepire i difetti da un giorno all’altro, o gradualmente in un arco temporale più lungo. Se per le persone soggette alla miopia diventa difficile mettere a fuoco oggetti lontani, per le persone affette da ipermetropia vale esattamente il contrario.
Chi, invece, fa uso frequente di dispositivi digitali inizia prima o poi a accusare stress e stanchezza agli occhi.
Possiamo aiutarti a individuare e misurare eventuali disturbi della vista ma soprattutto abbiamo sempre in testa un grande obiettivo: vogliamo rendere la tua vita migliore dopo che ci avrai incontrato. Nella pratica, significa che la nostra soddisfazione più grande è che tu esca da qui accorgendoti di quanto può essere bello il mondo, vedendolo in modo più chiaro e più confortevole.
Se senti il bisogno di fare chiarezza sulla situazione dei tuoi occhi ora è un ottimo momento per richiedere un appuntamento.
Saremo felici di aiutarti a vedere il mondo con occhi nuovi.

IPERMETROPIA
L’ipermetropia è un difetto ottico che provoca problemi di visione da vicino, ma che coinvolge anche la visione da lontano. La principale conseguenza è una visione sfuocata.
Quando il difetto è lieve e in giovane età (fino ai 40 anni circa), l’occhio riesce a correggere naturalmente il disturbo attivando costantemente il meccanismo di accomodazione e raggiungendo una visione chiara e nitida senza l’ausilio delle lenti. Questo sforzo continuo, però, spesso affatica gli occhi nella visione da lontano, rendendola ancor più difficoltosa da vicino e quando questa comincia a risultare sfocata e faticosa, è segno che l’occhio non è più in grado di farcela da solo.
L’ipermetropia è generalmente di natura congenita e si trasmette ereditariamente.
In un soggetto ipermetrope l’occhio ha dimensioni più corte del normale. Per questo, i raggi di luce originati da oggetti distanti, anziché raggiungere correttamente la retina dell’occhio si focalizzano in una zona dietro di essa, provocando così una visione sfuocata.
Può capitare così di non riuscire a distinguere correttamente i caratteri di un libro, mentre si riesce a leggere un cartellone pubblicitario a grande distanza senza difficoltà. Di fatto è esattamente l’opposto di quello che succede con la miopia, e anche in questo caso non vanno trascurati i sintomi come mal di testa, bruciori, lacrimazione e affaticamento visivo, soprattutto durante la lettura.
Anche nei bambini, nonostante l’ipermetropia possa diminuire con lo sviluppo e la crescita del bulbo oculare, è fondamentale non trascurare nessun segnale, perché una forte ipermetropia presente nella fase di sviluppo può essere causa di altri disturbi, come l’ambliopia e lo strabismo.
È possibile correggere l’ipermetropia con diversi strumenti:
- occhiali correttivi dotati di lenti positive (convergenti);
- lenti a contatto (da alternare sempre all’uso degli occhiali correttivi).

MIOPIA
Il termine miopia deriva dal greco “myopos”, che significa “socchiudere gli occhi”, esattamente il gesto che accomuna le persone con tale difetto visivo.
Contrariamente all’ipermetropia, si tratta di un’anomalia refrattiva causata da una lunghezza del bulbo oculare superiore al necessario o da una eccessiva curvatura della cornea o del cristallino. Per questo, le informazioni che l’occhio riceve non confluiscono esattamente sulla retina, ma si focalizzano davanti a essa.
La conseguenza è una difficoltà più o meno marcata nel mettere a fuoco gli oggetti distanti, mentre la vista migliora sensibilmente se la distanza si riduce.
Si tratta di un difetto visivo piuttosto diffuso, che può manifestarsi a qualunque età e presentarsi in forma congenita o acquisita.
Nella sua forma congenita, la miopia, può derivare da una predisposizione familiare e insorgere anche precocemente. Quella acquisita, invece, può insorgere anche dopo il normale sviluppo, in particolar modo nel periodo di impegno scolastico più intenso (12-25 anni).
Ci sono 3 tipi di miopia – lieve, moderata e severa – e sono misurati in diottrie, il parametro che stabilisce il potere di rifrazione di una lente. Tale unità di misura viene spesso confusa con i gradi, erroneamente utilizzati come sinonimo quando invece indicano l’orientamento necessario a una lente per correggere un altro difetto della vista, l’astigmatismo. L’equivoco viene perpetuato anche perché spesso miopia e astigmatismo coesistono nella stessa persona.
È possibile correggere la miopia con diversi strumenti:
- Occhiali correttivi dotati di lenti negative (divergenti);
- Lenti a contatto; da alternare sempre all’uso degli occhiali correttivi);
- Chirurgia refrattiva (da valutare ed eseguire solo in età adulta, esclusivamente a evoluzione miopica conclusa e sempre in accordo con il proprio oculista).

ASTIGMATISMO
L’astigmatismo è un difetto strutturale dell’occhio che si manifesta quando la sua superficie anteriore, la cornea, è irregolare o non sufficientemente sferica.
Se i raggi di luce penetrassero negli occhi concentrandosi in una singola area della retina, sulla parte posteriore dell’occhio, la visione risulterebbe nitida. Invece, la superficie irregolare della cornea e/o del cristallino, fa sì che la luce venga focalizza in più punti dell’occhio e questo provoca una visione sfocata e poco chiara.
Si tratta di un disturbo molto diffuso, la cui percezione può essere inizialmente ovviata dalla capacità di compensazione del nostro sistema visivo. È quando gli oggetti, sia lontani che vicini, ci appaiono sdoppiati e con contorni confusi che il difetto va diagnosticato e corretto.
L’astigmatismo ha prevalentemente una natura congenita. Solo più raramente può essere provocato da traumi o manifestarsi conseguentemente a patologie che hanno determinato deformazioni della cornea e del cristallino.
Molto più diffuse sono le forme di astigmatismo cosiddetto composto: in questi casi il disturbo visivo è associato a un altro difetto refrattivo, come la miopia e l’ipermetropia, e insorgono quelli che si definiscono astigmatismo miopico e astigmatismo ipermetrico.
I principali sintomi sono mal di testa, affaticamento visivo e persino dolore alla muscolatura intorno agli occhi.
È possibile correggere l’astigmatismo con diversi strumenti:
- Occhiali correttivi dotati di lenti astigmatiche;
- Lenti a contatto toriche, in versione morbida o rigida;
- Chirurgia refrattiva (da valutare attentamente insieme al proprio medico oculista in quanto l’astigmatismo è spesso associato con altri disturbi visivi, come miopia e ipermetropia).

PRESBIOPIA
Presbiopia deriva dal greco “présbys” (vecchio) e si tratta di un difetto visivo assolutamente naturale, che insorge dai 40 anni e si sviluppa fino ai 65 anni.
La causa va ricercata nel cristallino, che invecchiando perde progressivamente la propria elasticità e il suo potere di accomodazione e non risulta più in grado di modificare la propria forma per regolare la messa a fuoco sulla breve distanza.
L’effetto principale è una drastica riduzione dell’efficienza dell’apparato visivo da vicino e rende la lettura senza occhiali prima faticosa e poi via via quasi impossibile.
È possibile correggere la presbiopia con diversi strumenti:
- Lenti dinamiche per la visione da vicino;
- Lenti monofocali, una soluzione che permette una visione a una distanza fissa, ma vanno tolte per mettere a fuoco oggetti lontani;
- Lenti a contatto multifocali.

IPOVISIONE
L’ipovisione è una condizione di marcata e permanente riduzione della funzione visiva bilaterale che limita l’autonomia dell’individuo nella vita personale, professionale e sociale.
Pur conservando una residua acuità visiva, il danno funzionale permanente subito dall’ipovedente rende molto difficile una serie di compiti e attività quotidiane anche semplici, come leggere e lavorare al PC.
Va precisato che l’ipovedente non equivale alla cecità. Chi soffre di ipovisione dispone comunque di una potenzialità visiva residua che va allenata e ottimizzata attraverso la riabilitazione.
Le cause di questo disturbo visivo sono molteplici, la principale è l’età, così come diverse possono essere le patologie che possono determinarne la comparsa.
Le più rilevanti sono quelle che coinvolgono la retina, come la degenerazione maculare – strettamente legata al processo di invecchiamento dell’occhio – e la retinopatia diabetica con edema maculare importante: entrambe possono scatenare effetti tali da ridurre drasticamente l’acutezza visiva fino ad ostacolare le azioni quotidiane più banali, come il camminare.
Anche il glaucoma, la retinite pigmentosa o eventi di natura traumatica che coinvolgono altre strutture dell’occhio possono portare all’ipovisione.
Anche se non è possibile riacquistare la capacità visiva persa né correggere completamente questa patologia con lenti o trattamenti medici e chirurgici, è possibile intervenire con altri attività e ausili ottici utili a migliorare le relazioni sociali e mantenere una vita più autonoma sfruttando al meglio il proprio residuo visivo.
È possibile fare ricorso a diversi strumenti per convivere con l’ipovisione:
- Ausili ottici come lenti di ingrandimento e occhiali microscopici;
- Ausili informatici; software ingrandenti, sintetizzatori e didattici;
- Ausili posturali;
- Ausili pratici, come i telefoni con i tasti di grandi dimensioni.

CHERATOCONO
Il cheratocono (dal greco keratos=”cornea” e konos=”cono”) è una patologia ereditaria che porta ad una progressiva deformazione della cornea: i cheratociti, le cellule corneali, riscontrano anomalie nella crescita e nel metabolismo e non sono più in grado di garantire una adeguata architettura della cornea, la quale tende ad assumere una forma appuntita, “a cono” appunto.
Può colpire uno o, nella maggior parte dei casi, entrambi gli occhi. Insorge di norma tra i 14 e i 20 anni d’età e si ipotizza che sia causata da fattori genetici, ambientali o disfunzioni ormonali. Altri fattori di rischio potrebbero essere alcune malattie oculari, come la retinopatia del prematuro, la retinite pigmentosa e le cheratocongiuntiviti primaverili, patologie sistemiche come la sindrome di Down o alcune malattie del collagene, l’atopia e lo strofinamento continuo degli occhi.
La cornea è il primo strato dell’occhio colpito dalla luce nel suo percorso verso la retina ed è responsabile per circa l’80% della messa a fuoco delle immagini. Per questa ragione, per visualizzare delle immagini perfettamente focalizzate, è fondamentale che la cornea abbia una forma regolare, più curva al centro e lievemente più piatta in periferia.
Nel cheratocono sia l’entità, che la distribuzione della curvatura, risultano modificate (astigmatismo irregolare) e l’immagine risulta annebbiata. In alcuni casi si associa anche una sensazione di fastidio alla luce.
È possibile individuare precocemente la malattia, grazie alle moderne metodiche diagnostiche, con il vantaggio di rallentarne, in casi selezionati, la progressione.
Il cheratocono è correggibile
- con occhiali negli stadi iniziali e
- con lenti corneali a contatto negli stadi intermedi.
Negli stadi più evoluti, però, le lenti a contatto possono risultare mal tollerate, o insufficienti a correggere il difetto visivo. In questi casi è possibile valutare con il proprio medico le terapie chirurgiche.

INSUFFICIENZA DI CONVERGENZA
La convergenza è l’abilità del nostro sistema visivo di puntare gli occhi verso l’interno per mettere a fuoco gli oggetti molto vicini a noi. Si parla di insufficienza di convergenza quando i nostri occhi non sono in grado di convergere adeguatamente a distanza ravvicinata e uno dei due ha una forte tendenza a deviare verso l’esterno, specialmente durante i lunghi periodi lettura o di studio.
I principali sintomi di questo disturbo sono l’affaticamento oculare, mal di testa alla fronte dopo lettura prolungata, visione annebbiata o doppia durante la lettura, incapacità di “incrociare” gli occhi.
Si manifesta più frequentemente negli studenti tra i 14 e i 25 anni e nelle persone che svolgono un lavoro che richiede molta lettura.
Per correggere questo disturbo è possibile ricorrere all’utilizzo di lenti prismatiche o a un trattamento ortottico, esercizi riabilitativi che possono essere eseguiti anche a domicilio.
Raramente, quando le precedenti terapie non sortiscono effetto, viene consigliato l’intervento chirurgico.

ECCESSO ACCOMODATIVO
L’accomodazione è quel meccanismo attraverso cui l’occhio è in grado di mettere a fuoco oggetti posti a differente distanza. Lo stimolo che la determina è principalmente quello dello sfocamento delle immagini, il quale innesca un triplice processo necessario per una nitida visione delle immagini a diverse distanze: la contrazione del muscolo ciliare, la miosi e la convergenza.
La contrazione del muscolo ciliare determina l’aumento del potere diottrico del cristallino fino a 22 diottrie.
La miosi avviene a livello della pupilla, il cui ruolo è quello di gestire la quantità di raggi luminosi che possono raggiungere la retina (come il diaframma di un obiettivo fotografico).
La convergenza, infine, è quel meccanismo grazie al quale i due bulbi oculari convergono simultaneamente al fine di spostare i raggi luminosi direttamente sulla macula.
Si parla di eccesso accomodativo (o di accomodazione) quando si stimola eccessivamente il muscolo ciliare e si riscontra, di conseguenza, un eccessivo affaticamento visivo da vicino e annebbiamento a distanza, e ciò avviene soprattutto nel passaggio da vicino a lontano dopo molte ore di lavoro sulla corta distanza, spesso associato ad una sensazione di pesantezza e bruciore oculare, mal di testa e ipersensibilità alla luce.
È possibile correggere questo difetto grazie all’utilizzo di lenti negative, diminuendone gradualmente la potenza, per trasmettere agli occhi una sensazione di rilassamento.

ORTOCHERATOLOGIA
L’ortocheratologia è una tecnica non chirurgica di correzione dei difetti visivi (come miopia e astigmatismo) che consente di vedere bene durante il giorno indossando delle speciali lenti a contatto semirigide – che grazie alla loro conformazione particolare, detta “a geometria inversa”, modificano la curvatura della superficie corneale applicando su di esso una forte pressione – durante la notte, mentre si dorme, e rimuovendole al risveglio.
La nuova forma acquisita dall’occhio, seppur temporanea, dopo un primo periodo di adattamento* garantisce la visione nitida ad occhio nudo anche per tutto il giorno, e permette di svolgere le proprie attività quotidiane senza l’ausilio di lenti o occhiali da vista fino a sera. Rimettendo le lenti ogni notte si mantiene un effetto stabile nel tempo.
Questo trattamento è completamente reversibile: se si desidera interrompere l’uso di queste lenti, è sufficiente un breve periodo di sospensione perché la cornea ritorni alla sua forma originaria. Inoltre, l’effetto benefico principale per il quale questa tecnica verrebbe usata, sebbene non dimostrato, è la sua supposta capacità di rallentare, anche se non vi è evidenza scientifica significativa, la progressione miopica che si ha negli anni dell’adolescenza, un processo che spesso porta ad elevate ed invalidanti miopie.
È indicata nei casi di miopia medio bassa (inferiore a 6 diottrie), nell’ipermetropia (fino a 3 diottrie) e in alcuni casi di astigmatismo. Anche alcuni casi selezionati di presbiopia possono beneficiare di questa tecnica.
Non vi sono limiti d’età per questo metodo di correzione. Anche bambini e adolescenti possono utilizzarle, purché non presentino controindicazioni alle lenti a contatto.
La tecnica non è priva di rischi e richiede visite mediche oculistiche preventive e di controllo.
* È possibile notare i primi risultati già dopo la prima notte di utilizzo delle lenti. I tempi necessari per ottenere la correzione completa e il mantenimento di un risultato stabile dipendono dall’entità del disturbo da correggere e dalle variabili individuali del soggetto. In media, possono variare da pochi giorni a un paio di settimane.
PALMANOVA
Borgo Cividale, 29
Tel. +39 0432 928909
Lunedì | Martedì | Giovedì | Venerdì | Sabato
9.00 – 12.30 | 15.30 – 19.30
Mercoledì & Domenica
Chiuso
PALMANOVA KIDS
Borgo Cividale, 34
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CERVIGNANO DEL FRIULI
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